Viviamo in una società caotica, siamo sempre più frenetici e stressati, facciamo difficoltà a staccarci dal lavoro e ritagliarci del sano tempo per il riposo e relax. A questo si sono aggiunti gli ultimi tre anni, caratterizzati da una pandemia da Coronavirus che ci ha costretti, per tutto il 2020 e parte del 2021, ad un forzato lockdown. Chiusi nelle nostre case, con la paura di un mostro invisibile, stressati dalla preoccupazione e dall’incertezza, la figura dello psicologo è divenuta fondamentale nella vita di molte persone. Inoltre, le limitazioni imposte dalla pandemia, come la necessità di isolamento sociale e la chiusura di molte attività, hanno portato a un aumento della depressione, dell’ansia e dei disturbi del sonno. Gli psicologi hanno quindi offerto trattamenti specifici per questi disturbi e hanno aiutato le persone a adattarsi al cambiamento sociale al fine di poter riprendere le loro attività in modo sicuro. L’utilizzo della tecnologia ha permesso agli psicologi di offrire supporto alle persone anche durante il lockdown e l’isolamento, consentendo loro di continuare a ricevere trattamenti e supporto psicologico a distanza. Non sorprende se dopo la pandemia di COVID-19 gli psicologi hanno svolto un ruolo importante nell’aiutare le persone a gestire i disturbi psicologici ed emotivi causati dalla pandemia. Durante i vari periodi di lockdown, gli psicologi italiani hanno ammesso che la pandemia ha influito in maniera significativa sulla loro pratica clinica (60%) e che in larga misura (85%) hanno utilizzato le varie forme di modalità online per continuare il lavoro terapeutico sui pazienti. (Fonte: CNR – Istituto per la Ricerca e l’Innovazione Biomedica). Inoltre, gli psicologi hanno anche lavorato con numerose organizzazioni e aziende al fine di supportare i dipendenti durante questo periodo di incertezza e di stress, e aiutare queste organizzazioni e aziende a riprendere le attività in modo sicuro e salutare per i propri dipendenti.
Il percorso formativo
Prima di comprendere quanto sia importante la figura dello psicologo nella società, analizziamo quale sia il percorso formativo per poter accedere a questa professione. Prima di tutto bisogna conseguire un titolo di studio di I o II livello come una laurea magistrale in psicologia (specialistica o a ciclo unico), l’accesso a questo corso di laurea può avvenire sia presso gli atenei che si avvalgono della metodologia didattica tradizionale (con corsi in presenza) sia presso atenei che ricorrono alla metodologia didattica online o blended learning (ovvero mista), come ad esempio i corsi offerti dall’Università Telematica Niccolò Cusano. Ottenere una laurea non è però sufficiente, sarà necessario svolgere un tirocinio professionalizzante o post-laurea della durata di 12 mesi continuativi, a conclusione del quale ci sarà la possibilità accedere all’Esame di Stato per l’abilitazione all’esercizio della professione di Psicologo, esame che viene svolto due volte l’anno, a giugno e a novembre.
L’ascesa del ruolo dello psicologo nella società di oggi
Non sempre il ruolo dello psicologo è stato così importante. Per decenni era difficile manifestare l’esigenza di avere bisogno di uno loro supporto, considerato un argomento tabù di cui molti si vergognavano, l’accesso alla terapia o psicoterapia era considerata una “cosa da pazzi”. Negli ultimi 10 anni le cose sono cambiate, l’accesso a questa figura professionale si è normalizzata, parlarne non rappresenta più motivo di imbarazzo, anzi, oggi gran parte della popolazione, soprattutto giovanile, ricorre a qualche seduta o a un intero percorso durante l’arco della sua vita.
Grazie a questa apertura, soprattutto mentale, lo studio e la ricerca hanno accesso i riflettori sul benessere psichico dei bambini e degli adolescenti. Questi sono vittime di una società sempre più connessa che li iperstimola fino a renderli completamente dipendenti dalla tecnologia, anestetizzati dallo schermo del pc, tablet o smartphone. Non sorprende se molti psicologi hanno affermato che i bambini iperconnessi saranno adulti violenti. Infatti, un uso distorto della tecnologia può provocare, nel breve periodo, disturbi del sonno, dell’attenzione, frustrazione, scarso sviluppo delle competenze emotive. Avvalersi dell’aiuto di uno psicologo può contribuire a migliorare la qualità della vita personale, lavorativa e relazionale, attraverso la prevenzione, il trattamento e la gestione dei disturbi mentali e del comportamento, come ansia, depressione, disturbi alimentari, problemi di gestione dello stress e problemi di relazione. Fornendo, inoltre, consigli e strategie adatte, contribuendo allo sviluppo di una maggiore consapevolezza di sé e delle proprie emozioni, delle dinamiche che scatenano ansia, fobie ecc., oltre che a favorire la comprensione del comportamento umano, il miglioramento delle relazioni interpersonali e del benessere sociale.
Dunque, gli psicologi sono importanti nella società perché aiutano a comprendere e a gestire i problemi psicologici ed emotivi delle persone. Lo psicologo diventa quindi promotore della “cultura della salute mentale”, una cultura di cui dovrebbe farsi il più possibile promotore, al fine di favorire la formazione di una società migliore. Ma ciò può avvenire solo se ci sono persone disposte a saper chiedere aiuto, a mettersi in gioco, a saper riconoscere che hanno bisogno di un valido supporto al fine di far emergere le loro risorse positive e creare una valida comunicazione con lo psicologo interiore.