L’indennità di accompagnamento è una prestazione che viene concessa a tutte quelle persone che sono invalide civili totali al 100% e che non sono in grado di deambulare autonomamente o di svolgere gli atti quotidiani della vita come vestirsi, lavarsi, uscire di casa oppure in caso di pazienti oncologici che sono sottoposti a trattamenti chemioterapici o radioterapici.
Purtroppo, vi sono dei casi in cui tale prestazione assistenziale può essere eliminata. In questo articolo scopriremo i casi più frequenti e che cosa fare nel caso in cui si perda l’indennità di accompagnamento
Il caso più frequente è quello della persona invalida che sta effettuando un ciclo di chemioterapia. La Cassazione ha chiarito che durante le cure il soggetto ha diritto senz’altro all’indennità di accompagnamento qualora la terapia sia davvero invalidante. Tuttavia nelle fase remissive della malattia e dunque durante il successivo follow up la necessità di assistenza viene meno e dunque viene eliminato il diritto all’indennità di accompagnamento.
Un altro esempio riguarda invece il caso di una persona giovane che per le patologie di cui è affetta ha bisogno di assistenza ma che nel tempo migliorano le condizioni di salute non avendo più necessità di accompagnamento.
Nel caso in cui venga revocata l’indennità di accompagnamento occorre ricordare che la persona ha sei mesi di tempo per presentare il ricorso dinnanzi al Tribunale civile, sezione lavoro, del paese di propria residenza.
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