All’atto di realizzazione di un video o di un documentario è indispensabile provvedere alla firma della liberatoria da parte di tutti i soggetti che compariranno nelle riprese.
Se si inquadrano persone o gruppi di persone che possono essere riconosciute, come nei video pubblicitari o nelle fiction, o nelle web series e industriali, allora il consenso è obbligatorio.
Nel caso di immagini che mostrano frontalmente un viso o qualche segno distintivo, come un tatuaggio, la firma della liberatoria risulta fondamentale. In tutti quei casi in cui è richiesto il consenso di divulgazione e uso delle immagini, è necessario che questo venga sottoscritto anticipatamente per evitare spiacevoli sorprese, come l’opposizione da parte di qualche partecipante. Questo passaggio è cruciale e rappresenta la fase di acquisizione di ogni diritto di uso e diffusione delle immagini personali secondo le finalità prescritte nel documento di liberatoria.
Però, la liberatoria non è obbligatoria in tutti i casi. Infatti se si riprendono paesaggi, animali, oggetti non è richiesta. Oppure esistono eccezioni nel contesto industriale e aziendale. Cioè quando i soggetti protagonisti delle riprese non sono persone ma aziende, processi produttivi, macchinari e prodotti. Per approfondire l’argomento si suggerisce la lettura dell’articolo ‘video aziendali e diritto alla privacy’. dove si presenta il tema della necessità di acquisizione del consenso alle video-riprese in ambito promozionale
Con la firma della liberatoria si acquisiscono i diritti di uso e diffusione e allo stesso tempo la proprietà delle immagini. In questo modo ci si tutela da eventuali future azioni legali.
Nel righe che seguono, ci soffermeremo su alcune clausole del contratto che trasferisce il diritto di uso e di diffusione delle immagini relative alle persone. Nello specifico vengono indicati tutti i vantaggi sia per chi si occupa delle riprese che per chi si occuperà successivamente della distribuzione dei video e delle immagini.
Condivideremo diverse informazioni relative ai moduli per rilasciare il consenso. Inoltre forniremo esempi di modulistica utilizzabile a tale scopo. Per concludere, presenteremo alcune alternative da usare in mancanza del modulo prestabilito.
Nonostante questo articolo non costituisca una vera e propria consulenza legale, ha lo scopo di favorire alcune riflessioni. Si invita a pensare quali possano essere le implicazioni della firma del modulo di liberatoria. Oltre a presentare un breve elenco dei modelli disponibili e delle modalità alternative per ottenere un consenso per l’uso delle immagini.
Cosa implicano il diritto d’uso e diffusione delle immagini e il relativo principio del consenso
Secondo quanto pronunciato dalla Associazione americana Bar, il diritto alla pubblicazione, più noto in Italia con il nome di principio del consenso serve a tutelare l’identità e l’immagine della persona, proibendone l’uso non autorizzato.
Tale diritto include la tutela del nome, dell’aspetto esteriore, della modalità di espressione L’obiettivo è quello di tutelare da un uso non accordato delle immagini che potrebbero essere utilizzate per scopi commerciali o comunque resi pubblici senza che il protagonista abbia rilasciato il consenso.
Nel caso in cui si volesse produrre del materiale per il web o per i social è indispensabile ottenere la firma del consenso anticipatamente, sia in caso di partecipazione retribuita che gratuita.
La liberatoria determina la rinuncia ad eventuali future opposizioni all’uso delle immagini. Ciò vale anche se si tratta di partecipazione non remunerata o per amicizia. Esempi classici di questo sono rappresentati dai cortometraggi e dai documentari.
Anzi, relativamente al documentario, la liberatoria assume un ruolo importantissimo perché il protagonista viene registrato nello svolgimento delle attività quotidiane.
Nel corso della creazione di contenuti da pubblicare nei social, la firma del documento di consenso è indispensabile in quanto una volta pubblicato il video potrebbe diventare virale e quindi sfuggire dal controllo del distributore. La liberatoria in questi casi, più che in altri, protegge da future controversie.
Cosa accade se si omette di acquisire la firma di liberatoria?
Cosa può accadere in caso di mancata firma della liberatoria? Sia per dimenticanza che per indisponibilità del modulo prestabilito? Il soggetto dei filmati potrebbe contestare la pubblicazione delle immagini anche dopo che queste sono già state diffuse. In questo caso potrebbe anche richiedere un risarcimento e la rimozione dei video.
In conclusione: è necessario ottenere il consenso fin dall’inizio delle riprese.
Alternative alla liberatoria scritta
Esattamente come avviene con altre tipologie di contratto, la liberatoria può essere rilasciata verbalmente. Ma in questi casi è necessario riuscire ad avere una prova del consenso della persona coinvolta nelle riprese.
Una alternativa valida è quella di riprendere il soggetto che rilascia il consenso dopo aver pronunciato il nome.
Esistono alcune controindicazioni a questo sistema. Prima di tutto il soggetto può non essere del tutto consapevole di ciò che sta dichiarando. E poi si deve tenere presente che esistono situazioni che impongono la firma su modulo.
Media, emittenti, organizzatori di concorsi, enti pubblici chiedono espressamente copia cartacea firmata della liberatoria.
In pratica è meglio disporre di una forma scritta di consenso. In questo modo i protagonisti dei video dispongono delle informazioni necessarie.
Come prepararsi ad ogni evenienza
Per iniziare è sufficiente disporre di un modello standard scaricabile da internet. Si consiglia di avere anche a disposizione sullo smartphone uno script da utilizzare per le liberatorie videoregistrate.
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