La contraffazione del marchio: definizione e casi pratici

La contraffazione del marchio è una delle pratiche di concorrenza sleale che ogni azienda può trovarsi a fronteggiare (e non solo quelle che hanno un certo grado di notorietà). Sebbene si tenda a sottostimare tale possibilità, come scopriremo in questo approfondimento, gli episodi di contraffazione sono molto diffusi e in molti casi riescono effettivamente a trarre in inganno i consumatori.

Affidarsi ai professionisti di registrareunmarchio.it assicura di ricevere tutta l’assistenza di cui un’azienda oggi ha bisogno sia per evitare che un marchio venga contraffatto, sia per agire tempestivamente in caso di contraffazione in atto.

  1. La contraffazione del marchio: definizione e casi pratici
  2. Cos’è e cosa s’intende per contraffazione del marchio
  3. Compravendita di beni contraffatti in Italia: la situazione
  4. Casi pratici di contraffazione
  5. Difendersi dalla contraffazione
  6. La contraffazione del marchio: le conclusioni

Cos’è e cosa s’intende per contraffazione del marchio

Una puntuale definizione di contraffazione la troviamo all’articolo 473 del Codice penale.

Secondo tale norma, c’è contraffazione quando una persona decide di riprodurre, imitare o falsificare un marchio o un qualsiasi segno distintivo protetto da un titolo di proprietà industriale.

Si tratta di un’operazione che ha l’obiettivo di ingannare il consumatore. Qualora il giudice accerti la contraffazione, colui che ha commesso il reato può essere punito con la reclusione e con una multa che può arrivare a 25.000 euro.

La contraffazione, inoltre, non riguarda solo i marchi, ma può riguardare anche:

  • Brevetti
  • Modelli
  • Altri segni distintivi

Compravendita di beni contraffatti in Italia: la situazione

Come accennato in precedenza, a volte si è portati a ritenere che la contraffazione sia un fenomeno che riguarda solo marchi d’eccellenza, notoriamente conosciuti. In realtà, sono tanti i prodotti contraffatti e spesso anche marchi minori e meno conosciuti vengono replicati e venduti.

Secondo l’ultimo rapporto pubblicato dall’UIBM, in Italia ogni anno entrano ingenti quantità di merci contraffatte e piratate, il cui valore economico si attesta intorno agli 8,7 miliardi di euro.

 La riproduzione di falsi è in crescita e alcuni settori risultano più coinvolti rispetto ad altri. In generale i beni più a rischio contraffazione sono:

  • Giocattoli, libri, strumenti musicali
  • Abbigliamento, calzature e accessori
  • Gioielli e orologi
  • Apparecchi elettronici
  • Macchinari industriali
  • Profumi e prodotti cosmetici
  • Generi alimentari

Inoltre, la maggior parte delle merci contraffatte provengono dai paesi dell’Asia. In particolare, Hong Kong e Cina sono i paesi che più esportano merce illegale in Italia. Un’ingente quantità di beni proviene anche da paesi più vicini quali la Turchia, il Marocco e la Bulgaria.

Casi pratici di contraffazione

La contraffazione può manifestarsi in diversi modi. In linea generale ogniqualvolta un marchio venga riprodotto senza che il proprietario del diritto di proprietà ne sia a conoscenza e ne abbia dato il consenso allora si sta potenzialmente commettendo un reato.

Nella pratica, la contraffazione si traduce nella riproduzione di prodotti fedeli in tutto e per tutto agli originali. Si pensi alla riproduzione di un modello di scarpe “Nike”, “Adidas”, oppure ad abiti a marchio “Ferragamo” o “Valentino”.

Dando uno sguardo ad alcuni casi del passato, non mancano vicende che hanno visto coinvolti grandi marchi. Ad esempio:

  • Le numerose cause intentate da Apple contro Samsung, in cui Apple sostiene che Samsung ha copiato design e tecnologie.
  • La causa che ha visto coinvolto Luis Vuitton contro eBay. Il marchio di moda accusava il marketplace di vendere prodotti contraffatti. La battaglia legale è durata anni e si è chiusa con un risarcimento di eBay in favore di Louis Vuitton.
  • La causa intentata da Gucci contro Guess: quest’ultima, accusata di aver violato i diritti di proprietà intellettuale, è stata condannata a pagare una sanzione salatissima, pari a 4,7 milioni di dollari.

Difendersi dalla contraffazione

La legge prevede diversi strumenti per evitare che il proprio marchio venga contraffatto o alterato. La prima azione da fare è registrare il marchio. Così facendo si ha una prima tutela contro chiunque fa un uso illegittimo del proprio nome o dei propri segni distintivi.

Una volta attivato il marchio e dopo essersi consultati con il proprio avvocato di fiducia, si possono altresì attivare altri strumenti che permettono di prevenire la contraffazione. In particolare, si può:

  • Attivare un servizio di sorveglianza dei marchi registrati
  • Chiedere all’Agenzia delle Dogane di controllare alcune specifiche tipologie di prodotti in entrata sul territorio

 Entrambi gli strumenti possono essere attivati solo in caso di marchio registrato. Diversamente, qualora la contraffazione fosse in atto, la registrazione del marchio permette di tutelarsi anche per vie legali. Gli strumenti cui si può ricorrere sono molteplici:

  • Azioni stragiudiziali
  • Azioni giudiziali
  • Richiesta del provvedimento d’urgenza

La contraffazione del marchio: le conclusioni

La contraffazione del marchio, in conclusione, può minacciare la reputazione della propria attività e causare ingenti danni economici. Attivare tutti gli strumenti previsti dalla legge, permette di tutelarsi.

Come abbiamo visto, la contraffazione può essere sia prevenuta sia gestita: non mancano strumenti per intimare il contraffattore a cessare la sua attività illegittima. Per saperne di più, consigliamo di mettersi in contatto con legali esperti di registrareunmarchio.it