Chi è guarito o si è vaccinato all’estero potrà avere il green pass: ecco come

Il green pass non è disponibile solo per chi si è vaccinato in Italia: anche coloro che si sono immunizzati in un Paese straniero avranno la possibilità di ottenerlo. Vediamo tutte le informazioni utili.

Con una circolare diffusa poche settimane fa dal ministero della Salute è stato stabilito che il green pass potrà essere richiesto anche da coloro che hanno contratto il coronavirus e poi sono guariti mentre si trovavano all’estero e da chi si è vaccinato in un Paese straniero, ma a condizione di essere registrato presso il Servizio sanitario nazionale. Per i cittadini italiani, per altro, questa possibilità si estende anche ai familiari conviventi, anche se questi non sono iscritti al servizio sanitario.

Come devono agire i vaccinati all’estero

Le persone che si sono vaccinate al di fuori dei confini italiani sono tenute a fornire il certificato vaccinale che hanno ricevuto dall’autorità sanitaria estera in cui sono contenuti i dati del vaccino e quelli del titolare, insieme con le informazioni relative al soggetto che ha prodotto il documento e la data di somministrazione. Attenzione, però: il vaccino cinese e lo Sputnik russo non vengono ritenuti validi per il green pass, per ottenere il quale è necessario essere stati immunizzati con la singola dose di Johnson & Johnson o con la doppia dose di AstraZeneca, di Moderna o di Pfizer.

Quali documenti servono per avere il green pass

I documenti richiesti possono essere sia in formato digitale che in formato cartaceo, ma quello che è importante è che siano in lingua inglese (nel caso della Provincia autonoma di Bolzano vanno bene anche se sono in tedesco). E se sono stati prodotti in una lingua differente? Nessun problema: ci sarà bisogno solo di una traduzione giurata. Oltre a questi documenti, poi, sarà necessario presentare all’Azienda sanitaria locale del territorio di riferimento un documento di identità e, se se ne è in possesso, il codice fiscale.

Come funziona la procedura per chi è guarito all’estero

Per quel che riguarda le persone che sono guarite al di fuori dei confini nazionali, invece, è richiesto un certificato di guarigione, che deve sempre essere fornito dall’autorità sanitaria del Paese in cui ci si trovava al momento della malattia, in cui siano riportate la data del primo tampone molecolare che è risultato positivo e le informazioni relative alla precedente infezione da Covid, insieme con i dati identificativi del titolare e di chi ha prodotto il documento. Vale la pena di ricordare che solo il personale medico potrà validare i documenti che verranno presentati.

Le informazioni utili da ricordare

Chi all’estero ha ricevuto unicamente la prima dose di vaccino ha la possibilità di chiedere e ottenere il green pass solo a condizione che i termini di validità previsti non siano già scaduti. Il limite da non superare per la somministrazione del vaccino è di 84 giorni per AstraZeneca e di 42 giorni per Pfizer e Moderna, mentre – come noto – con Johnson & Johnson è necessaria una dose sola. Le informazioni relative alle vaccinazioni realizzate all’estero saranno fornite dall’Anagrafe nazionale vaccini alle Regioni di residenza.

Cosa fare se ci si è vaccinati dopo essere stati malati

Il green pass può essere richiesto e ottenuto anche da chi ha avuto bisogno di una sola dose per completare il ciclo vaccinale perché in precedenza ha avuto il Covid e ne è guarito. In questo caso, la procedura prevista impone di presentare tutti e due i certificati – sia quello di guarigione, sia quello di avvenuta vaccinazione – in modo da poter dimostrare di essere ormai immunizzati.

Le abilitazioni dei servizi sanitari regionali

Da qualche settimana, dunque, i servizi sanitari regionali sono stati abilitati per garantire la fruizione di una funzionalità ad hoc che può essere utilizzata con il Sistema tessera sanitaria, con il personale addetto che ha a sua volta ricevuto una specifica abilitazione da parte dell’amministratore di sicurezza locale. Insomma, una buona notizia per tutti coloro che al momento della vaccinazione erano residenti all’estero, magari per motivi di studio o di lavoro, e che hanno temuto di non vedersi riconosciuto il proprio certificato di vaccinazione. Con una traduzione giurata del documento, la procedura si può mettere in moto.

La piattaforma nazionale DGC

La piattaforma nazionale DGC è quella in cui confluiranno tutti i dati relativi alle vaccinazioni che sono state eseguite all’estero una volta che tali informazioni saranno state acquisite dal sistema. L’Anagrafe nazionale vaccini di volta in volta mette i dati a disposizione delle Regioni di residenza. Così, la certificazione verde potrà essere generata in automatico e, a quel punto, scaricata o con l’app Immuni o direttamente dal sito web Dgc.gov.it. Senza dimenticare che tutta la procedura può essere seguita anche attraverso lo Spid, sempre ammesso che ci si sia già premuniti di abilitarlo.